sabato, Maggio 4, 2024

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Israele, calca a evento religioso: 45 morti e 150 feriti

Almeno 45 persone hanno perso la vita e 150 sono rimaste ferite a causa di una calca che si è creata durante l’evento religioso di Lag b’Omer al Monte Meron, in Israele. Tra le vittime ci sono anche bambini. Il primo ministro israeliano ha parlato di ”un disastro terribile” riferendosi alle conseguenze di quello che è stato il primo grande evento autorizzato dall’emergenza coronavirus, con la partecipazione di 90mila persone, secondo quanto ha reso noto l’emittente televisiva Channel 12, sottolineando che negli anni precedenti la partecipazione era superiore. Sarebbe stato un ‘collo di bottiglia’ creatosi sul monte, e non tanto il numero dei fedeli presenti, a causare la calca letale, secondo quanto riferisce la tv. Generalmente all’evento partecipano infatti centinaia di migliaia di persone. 

E’ una ”catastrofe nazionale”, ha dichiarato Motti Buckchin, portavoce dei servizi di soccorso Zaka, l’equivalente della nostra protezione civile, al sito di Ynet. Almeno sei persone sono ricoverate in ospedale in gravi condizioni. Tra i ricoveri anche due bambini. 

Il comandante del distretto settentrionale delle forze di polizia Shimon Lavi, che ha supervisionato le disposizioni di sicurezza al Monte Meron, ha detto di assumersi la responsabilità del disastro. “Ho la responsabilità generale, nel bene e nel male, e sono pronto a sottopormi a qualsiasi indagine”, ha dichiarato ai giornalisti. 

La tragedia sul Monte Meron è iniziata verso l’una di notte durante la cerimonia di accensione del falò per Toldos Aharon hasidim. I pellegrini erano vicino alla tomba del saggio rabbino Shimon Bar Yohai del II secolo, in mezzo a una folla enorme e densamente affollata, come indica il Jerusalem Post.  

Il sovraffollamento ha fatto scivolare alcune persone, mentre altre sono cadute su di loro, provocando una fuga precipitosa, secondo un rapporto di Channel 12. La polizia ha cercato di trattenere la fuga, come appare dai video postati su Twitter. Alcuni testimoni hanno accusato la polizia di aver bloccato l’uscita. 

Il Dipartimento per le indagini interne della polizia del ministero della Giustizia di Israele ha aperto un’indagine su una possibile negligenza della polizia. Lo ha annunciato il procuratore generale spiegando di aver inviato investigatori sul luogo della tragedia per raccogliere prove. 

Il primo ministro Benjamin Netanyahu è arrivato sul Monte Meron ed è stato contestato dai fedeli rimasti sul luogo della tragedia. Lo riporta il Times of Israel, secondo il quale sono stati intonati slogan contro il premier israeliano. Netanyahu ha annunciato che domenica sarà una giornata di lutto nazionale per commemorare le vittime. ”Domenica vorrei dichiarare un giorno di lutto nazionale. Uniamoci tutti al dolore delle famiglie e alla preghiera per la guarigione dei feriti”, ha scritto il premier israeliano su Twitter. 

”C’è stata una rapida operazione di salvataggio da parte della polizia, delle forze di soccorso e di sicurezza e gli siamo grati perché hanno impedito un disastro molto più grande” ha scritto Netanyahu. ”Condurremo un’indagine seria e approfondita per garantire che un tale disastro non si ripeta”, ha aggiunto, sottolineando che ”il disastro del Monte Meron è uno dei disastri più pesanti che abbiano colpito lo Stato di Israele”. 

Netanyahu si è recato in visita sul Monte Meron insieme al ministro della Pubblica Sicurezza Amir Ohana che sovrintende alla polizia israeliana e che ha chiesto un’inchiesta indipendente sull’accaduto. ”La scorsa notte si è verificato un terribile disastro. E’ chiaro che sarà necessaria un’indagine indipendente su tutti gli aspetti relativi alla pianificazione dell’evento, i preparativi, le responsabilità, le infrastrutture”, ha detto Ohana. 

Particolari drammatici emergono dalle testimonianze di chi ha vissuto in prima persona la calca che si è creata al Monte Meron. Un uomo ha descritto al quotidiano in lingua ebraica ‘Maariv’ il terrore e il panico di quegli attimi, dicendo di aver temuto di morire vedendo intorno a lui le persone venire calpestate. “Eravamo all’ingresso, abbiamo deciso che volevamo uscire e poi la polizia ha bloccato il cancello, quindi chi voleva uscire non poteva farlo – ha dichiarato – Nella fretta siamo caduti l’uno addosso all’altro, ho pensato che sarei morto”. 

Le sue parole trovano riscontro nel racconto di altri testimoni. Un uomo identificato solo con il nome David ha affermato a ‘Ynet’ che la calca si è creata mentre le persone stavano andando a vedere l’accensione del falò. “All’improvviso si è levata come un’onda. I nostri corpi sono stati trascinati. Le persone sono state lanciate in aria, altre sono state schiacciate a terra”. 

“C’era un ragazzo lì che continuava a pizzicarmi la gamba, che lottava per la vita. Abbiamo aspettato i soccorsi per 15-20 minuti in questa folle, terribile calca. È stato terribile”, ha aggiunto. Un altro sopravvissuto ha spiegato a ‘Ynet’ che a salvarlo è stato un poliziotto che lo ha tirato fuori dalla calca. “Il tempo mi è sembrato un’eternità, tutto intorno a noi c’erano morti”, ha detto. Un testimone di 24 anni, identificato solo con il nome Dvir, ha affermato alla radio dell’esercito che “masse di persone sono state spinte nello stesso angolo e si è creato un vortice”, sottolineando che è caduta una prima fila di persone e poi anche la seconda fila, dove si trovava lui, ha iniziato a cadere per la pressione della calca: “Mi sentivo come se stessi per morire”.  

Dalle comunità dei villaggi e delle città arabe vicino al Monte Meron arrivano manifestazioni di solidarietà e offerte di assistenza nei confronti dei pellegrini ebrei coinvolti dalla tragica calca. Lo riporta il Times of Israel, ricordando come migliaia di fedeli stanno ancora cercando di lasciare la zona montuosa di Meron. 

Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Usa Joe Biden, ha espresso su Twitter la vicinanza degli Stati Uniti a Gerusalemme per la tragedia. ”I nostri cuori sono rivolti al popolo di Israele dopo la terribile tragedia del Monte Meron. Porgiamo le nostre condoglianze alle famiglie e agli amici che hanno perso i propri cari in questo disastro e auguriamo una piena e rapida guarigione ai feriti”, ha scritto Sullivan. 

L’Unione europea in una nota ha espresso le sue ”più profonde condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime e al popolo di Israele” per la tragedia sul Monte Meron, augurando ”una pronta guarigione alle persone ferite”. 

 

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