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Gli ortopedici della SIOT per i profughi dell’Ucraina

(Adnkronos) – Per il presidente Paolo Tranquilli Leali: “Chi scappa dalla guerra va accolto senza se e senza ma” 

Roma, 10 marzo 2022.Gli ortopedici italiani si mobilitano a favore dei profughi ucraini, in prevalenza donne, bambini e anziani con numerose casistiche di patologie all’apparato muscolo-scheletrico e infortuni, anche molto gravi, dovuti alle drammatiche condizioni della fuga dalla guerra.  

La SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, al momento ha coinvolto sette reparti di Ortopedia a Roma, Milano, Bari, Genova, Vicenza, Riccione e Sassari, dove personale medico, attrezzature e strutture sono stati messi in piena operatività per accogliere i rifugiati affetti da patologie osteoarticolari che spesso necessitano di trattamenti indifferibili. Alcune centinaia di pazienti ucraini sono già in cura in tutta Italia. 

L’impegno del presidente della SIOT
 

“Chi scappa dalla guerra va accolto senza se e senza ma”, afferma il presidente SIOT, Prof. Paolo Tranquilli Leali che ha condiviso l’iniziativa con il Dott. Federico Santolini, coordinatore della Commissione Cooperazione internazionale e con il presidente FEMOR, Dott. Michele Saccomanno.  

“Come italiani e come medici – sottolinea Tranquilli Leali – sentiamo il dovere di dare il nostro contributo in termini di solidarietà e siamo pronti a farlo garantendo la massima e immediata assistenza sanitaria ai cittadini ucraini, per lo più donne e bambini, in un contesto di efficienza consapevole”.  

La SIOT ha attivato l’email ortopedico@siot.it per informazioni sanitarie sull’apparato osteoarticolare. Le risposte saranno fornite anche in lingua ucraina. 

Per garantire assistenza sanitaria minimizzando i rischi di diffusione del Covid-19 e di altre patologie infettive, che in Ucraina sono molto più diffuse rispetto al nostro Paese, saranno rafforzate le procedure di sicurezza che prevedono l’uso di guanti, mascherine e tute anti contagio. 

Il ruolo della Fondazione FEMOR
 

Il Dott. Michele Saccomanno, presidente della Fondazione Femor molto attiva nelle missioni umanitarie in teatri di guerra come Kossovo, Congo, Burundi e Uganda – riferisce il dott. Saccomanno. “Non tutti siamo capaci di essere volontari e di andare a combattere perché abbiamo un senso della pace diverso, ma certamente – sottolinea Michele Saccomanno – siamo disponibili ad aiutare chi, con grandi sofferenze, arriva nei nostri territori. Se c’è una chiamata, dobbiamo essere nelle condizioni di metterla in risoluzione rapida. Ci sono una serie di attività da fare tenuto conto anche del fatto che si tratta di persone che non hanno ancora le vaccinazioni contro il Covid19”. 

L’attenzione alla medicina di genere
 

Il 90% dei profughi ucraini è rappresentato da donne e bambini. E anche in una situazione così particolare la SIOT, prima società medico-scientifica italiana in ambito chirurgico ad aver istituito una Commissione dedicata ad approfondire il tema della Medicina di Genere, è in prima linea. “La medicina di precisione – ci spiega la Dott.ssa Maria Silvia Spinelli, coordinatrice della CPO/MdG della SIOT – è sempre stata una delle nostre priorità. Le differenze biologiche, socio-economiche e culturali tra individui hanno un impatto sull’espressione clinica e sulla risposta ad uno specifico protocollo terapeutico. Siamo quindi pronti a garantire ai pazienti donne, bambini e anziani ucraini cure personalizzate” 

Le strutture sanitarie aderenti
 

Gli Ortopedici della SIOT si aspettano di dover offrire assistenza e primi soccorsi su un’ampia casistica di infortunistica dovuta alle drammatiche modalità della fuga: fratture, distorsioni, lacerazioni cutanee che, nei pazienti più fragili, possono comportare complicanze anche gravi. 

Al momento, hanno aderito all’iniziativa: 

• il presidio ospedaliero di Riccione, la cui unità operativa di Ortopedia e Traumatologia è diretta dal dottor Massimo Pompili;  

• la clinica ortopedica Gaetano Pini di Milano, diretta dal professor Pietro Randelli;  

• il Policlinico Gemelli di Roma la cui Unità operativa complessa (Uoc) di Ortopedia e Traumatologia è diretta dal professor Giulio Maccauro; 

• l’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, la cui Uoc di Clinica ortopedica è diretta dal dottor Francesco Pisanu;  

• il Policlinico di Bari con l’Ortopedia e la Traumatologia universitaria, è diretta dal professor Biagio Moretti;  

• l’ospedale policlinico San Martino di Genova, la cui Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia d’urgenza è diretta dal dottor Federico Santolini; 

• l’Azienda Ulss 8 Berica con l’ospedale civile di Vicenza, la cui Uoc di Ortopedia e Traumatologia è diretta dal dottor Alberto Momoli.  

(Mario Maffei – Comunicazione Sanitaria) 

Contatti: www.siot.it/contatti
 

 

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