(Adnkronos) L’Ucraina avrebbe lanciato 25 droni contro obiettivi all’interno del territorio russo la notte scorsa, secondo quanto rende noto il ministero della Difesa russo, specificando che uno dei droni è arrivato fino al Caucaso russo. Il ministero ha detto che i droni sono stati intercettati nelle regioni di confine di Rostov, Bryansk e Belgorod, e nella Crimea. I russi sostengono che tutti i droni sono stati intercettati senza fare vittime o feriti.
Un drone russo avrebbe raggiunto la Repubblica dell’Ossezia settentrionale, nel Caucaso russo, secondo quanto riferito dal leader regionale, Sergey Menyaylo, che afferma che è stato colpito un campo di aviazione militare. Sarebbe la prima volta che un drone ucraino raggiunge un territorio così lontano dalla linea del fronte.
Gli Stati Uniti potrebbero intanto dover dispiegare più armi nucleari strategiche nei prossimi anni come “deterrenza” di fronte alle “crescenti minacce” da parte di Russia, Cina ed “altri avversari”. E’ quanto ha detto il funzionario del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Pranay Vaddi, nel suo intervento alla Arms Control Association.
“In assenza di un cambiamento degli arsenali degli avversari, potremmo raggiungere nei prossimi anni il punto in cui un amento dell’attuale numero dispiegato sia necessario ha detto in un discorso incentrato ad “un approccio più competitivo” sul controllo delle armi , siamo pienamente preparati ad eseguirlo in caso di decisione del presidente”.
“Se quel giorno dovesse arrivare, questo porterebbe alla determinazione che sono necessarie più armi atomiche per deterrenza nei confronti dei nostri avversari e per proteggere il popolo americano e i nostri alleati e partner”, ha aggiunto Vaddi in un discorso che si è distanziato da quello fatto un anno fa, nella stessa occasione, da Jake Sullivan. Allora il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca aveva detto che non c’era bisogno di aumentare il dispiegamento di armi nucleari strategiche Usa per contrastare gli arsenali di Russia e Cina ai quali aveva offerto negoziati “senza pre condizioni”.
Intanto è di ieri l’annuncio su nuovi aiuti militari e armi dagli Usa all’Ucraina. Mentre Volodymyr Zelensky è tornato a ribadire che Kiev deve poter colpire obiettivi in Russia nella fase cruciale della guerra, nell’incontro a Parigi con il leader ucraino Joe Biden ha annunciato il nuovo pacchetto di aiuti militari, del valore di 225 milioni di dollari e che comprende intercettori di difesa aerea e munizioni di artiglieria e altre capacità cruciali.
“Questo è il sesto pacchetto annunciato dagli Usa da quando è stata firmata dal presidente Biden la legge di spesa aggiuntiva per la sicurezza nazionale, a dimostrazione del rapido passo dell’aiuto Usa all’Ucraina”, evidenzia la Casa Bianca nella nota in cui si riferisce dell’incontro durante il quale i due “leader hanno discusso della situazione della guerra e delle necessità urgenti di aiuto dell’Ucraina”.
Si è discusso anche del prossimo “summit di pace per l’Ucraina in Svizzera, dove la vice presidente Kamala Harris e il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, rappresenteranno gli Stati Uniti a sostegno della ricerca di una pace giusta e duratura in linea con la Carta dell’Onu, che comprenda i principi di sovranità e integrità”.
“Il presidente ha ribadito che il sostegno Usa all’Ucraina è inamovibile”, conclude il comunicato, sottolineando che i due “leader si sono impegnati ad incontrarsi di nuovo nel prossimo vertice del G7 in Italia per continuare le discussioni”.
A Parigi Biden si è scusato con il presidente ucraino per il lungo ritardo con cui il Congresso Usa ha approvato il nuovo pacchetto di aiuti militari del valore di 61 miliardi di dollari. Biden ha detto a Zelensky di volersi ”scusare” per il ritardo dovuto ad ”alcuni dei nostri membri molto conservatori” del Congresso.