Tinder, una nuova guida al dating inclusivo

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Tinder, la popolare app di incontri, ha annunciato una collaborazione con Diversity Lab, un’organizzazione che dal 2013 si dedica alla promozione della cultura dell’inclusione e alla valorizzazione della diversità come risorsa preziosa per individui e aziende. La partnership mira a promuovere un approccio al dating più rispettoso e inclusivo, sia online che di persona. Secondo la ricerca Future of Dating Report di Tinder, oltre la metà (54%) delle persone LGBT+ tra i 18 e i 25 anni ha fatto coming out su un’app di incontri prima di farlo con amici e familiari. “Collaborare con Diversity Lab per creare questa Guida al dating inclusivo è stato un passo fondamentale per educare le nuove generazioni e diffondere una cultura del dating più inclusiva. Tinder è uno spazio dove sicurezza e autenticità sono al centro dell’esperienza,” afferma Vicente Balbastre, Senior Communication Manager di Tinder per il sud Europa.

La collaborazione tra Tinder e Diversity Lab si propone di supportare le nuove generazioni nell’affrontare le sfide delle relazioni promuovendo un approccio sano al dating online e offrendo una serie di consigli pratici. “È fondamentale”, dice la guida, “rispettare sempre l’identità delle altre persone. Le etichette possono essere molto importanti: danno un nome a chi siamo e ci rendono parte di una comunità più ampia. Secondo i dati del Future of Dating Report, il 33% di single tra i 18-25 anni afferma che la sessualità è un concetto più fluido al giorno d’oggi e il 29% dichiara come la propria identità di genere sia diventata più fluida nel corso degli ultimi tre anni. È importantissimo quindi riferirsi a una persona con i termini che lei preferisce per se stessa, anche se cambiano nel tempo”. Diversity Lab ha messo a disposizione sul proprio sito un glossario di termini per comprendere meglio la comunità LGBT+.

“Quando si esce con persone LGBT+ è importante avere cura del contesto”, si legge nella guida. “Se si sarà in compagnia di altre persone, per esempio, è meglio verificare che queste persone abbiano una buona consapevolezza delle tematiche LGBT+ e siano ben disposte nei loro confronti. Il contatto fisico è sempre una questione personale e delicata, ma può esserlo in modo particolare per alcune persone LGBT+. Invece che dare per scontato che il contatto fisico vada bene in tutte le sue forme, confrontati con l’altra persona per capire con cosa sia a proprio agio, e non insistere perché i suoi limiti cambino. Questo si inserisce in una riflessione generale sul consenso, su cui è importantissimo ci sia sempre comunicazione aperta”.