Territorio, ‘Civita Raganello’: radar e sensori per prevedere piene torrente tragedia 2018

0
145964

(Adnkronos) Radar, sensori e algoritmi. L’innovazione e le nuove tecnologie al servizio della sicurezza del territorio a Civita, in Calabria, nel Parco del Pollino, con il progetto ‘Messa in sicurezza, miglioramento accesso e servizi di fruibilità del torrente Raganello’, teatro nel 2018 della tragedia in cui morirono 10 persone tra escursionisti e guide, travolti dalla piena improvvisa del corso d’acqua. Tragedie come quella, spiega chi ha seguito il progetto realizzato nell’ambito del Piano di Azione e Coesione 2007/2013 della Regione Calabria, potranno essere oggi evitate, grazie alle strumentazioni avanzate messe in campo per monitorare il bacino del torrente. Un’iniziativa volta anche al rilancio turistico delle bellezze del Comune di Civita e alla fruibilità dei numerosi sentieri interni al Parco del Pollino, visto che i nuovi strumenti permetteranno la previsione delle portate in largo anticipo per rendere sicuri i camminamenti prossimi al fiume. In particolare sul sito www.visitraganello.it sarà possibile vedere le mappe dei sentieri al momento fruibili per i turisti e gli appassionati.  

“Sicuramente -spiega ad Adnkronos/Labitalia Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura della Regione Calabria- è fondamentale questo primo passaggio: nel 2018 siamo stati testimoni di quanto accaduto e avevamo chiesto al presidente della Regione dell’epoca di intervenire immediatamente per rendere queste gole tra le più sicure d’Europa. E nel momento in cui siamo arrivati noi al governo della Regione ci siamo ricordati di ciò. E abbiamo pensato di erogare questo finanziamento, di un milione e 400mila euro, al comune di Civita per fare in modo che si predisponesse un sistema di messa in sicurezza. Poi il progetto è stato elaborato dal Comune, che ha incaricato un’associazione temporanea di professionisti e imprese che ha elaborato questo progetto con un sistema di segnalamenti, attraverso dei radar, che hanno di fatto messo in sicurezza questo tratto del Raganello”, sottolinea. 

In attesa che anche le Gole del torrente possano essere nuovamente fruibili dopo la tragedia di 6 anni fa. “Noi speriamo che nel momento in cui ci sarà il dissequestro da parte della procura della Repubblica di Castrovillari si possa arrivare alla fruizione di queste Gole da parte dei turisti. Perchè riteniamo che questo grande patrimonio che va sicuramente rispettato e salvaguardato da un punto di vista ambientale, comunque debba tornare a una fruizione più generale evitando che in futuro si verifichino incidenti come quello del passato. I curatori del progetto hanno infatti operato all’esterno delle Gole, ma l’obiettivo quando sarà possibile è di poterle rendere nuovamente fruibili ai turisti”, dice Gallo.  

E il progetto realizzato ha messo in campo le più recenti tecnologie per monitorare al meglio il bacino del fiume e prevedere in modo puntuale eventuali bombe d’acqua, come spiega ad Adnkronos/Labitalia Mario Grillo, capofila Ati progetto Civita Raganello e data science specialist. “E’ un progetto -sottolinea- di prevenzione delle piene del fiume, sostanzialmente. Con la strumentazione installata viene monitorato il bacino in molteplici declinazioni. Infatti, oltre ad avere un radar che ‘insegue’ le nuvole temporalesche, abbiamo messo in campo i sensori di umidità del suolo, i pluviometri e altra strumentazione. Questo ci permette di prevedere l’ingrossamento del bacino del fiume, l’aumento del volume di metri cubi d’acqua al secondo, e di creare alert più ‘severi’ di quella della Protezione civile. Il nostro radar infatti è di banda ‘X’ rispetto a quello della Protezione civile che è di banda C e che è di ampio spettro. Il nostro invece è tecnicamente progettato per gestire zone apposite con un’orografia particolare”.  

E anche la posizione in cui è stato posto il radar è strategica per l’intero progetto. “E’ stato posto a monte di Civita, a Colle Marcione, per essere la ‘sentinella’ di quest’area. E su visitraganello.it si può vedere in tempo reale l’areale mappato e controllato da tutta la strumentazione. Con questa tecnologia quindi si opera in prevenzione, c’è un team di esperti che grazie alla tecnologia hanno realizzato un algoritmo che interpretando il dato, puntuale, del torrente è in grado di prevedere l’aumento dell’onda del fiume”, dice.  

L’obiettivo è evitare il ripetersi di tragedie come quella di 6 anni fa. “L’area con la strumentazione attuale è monitorata attimo per attimo 24 ore al giorno. Ci sarà un’app, per chi vorrà installarla, per avere la situazione in tempo reale. C’è un totem informativo in piazza che illustra preventivamente come sono le condizioni meteo e che tipologia di allerta c’è”, aggiunge.  

I risultati delle elaborazioni, unitamente con le allerte della Protezione Civile Nazionale e del centro funzionale Arpacal sono divulgati su numerosi media attraverso semplici messaggi, comprensibili ed immediati. Il principale centro di osservazione è appunto sito a Colle Marcione, al centro del bacino, dove un sistema radar operativo 24 ore su 24, osserva in continuo l’andamento delle precipitazioni. Tutte le informazioni sono trasmesse al centro elaborazione di Palazzo Castellano a Civita per essere elaborate e divulgate in tempo reale. E tutti i risultati sono consultabili agli indirizzi: https://www.visitraganello.it e https://webgis.visitraganello.it.  

Un progetto che “si presta anche ad altri usi in altre zone dove ci sono stati problemi e non ce ne possono essere. La tragedia del Natisone? Andrebbe studiata l’orografia ma di certo la strumentazione che abbiamo messo in campo al Raganello avrebbe permesso di prevedere l’innalzamento dell’ondata e dare l’allerta severa”, conclude Grillo.  

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here