”Oggi è ormai chiaro che le scottature così come le esposizioni intense e intermittenti nei primi anni di vita sono un fattore di rischio per i tumori cutanei e per il melanoma in particolare. Questo tumore della pelle deriva dai melanociti, le cellule che producono la melanina, il pigmento dà colore alla pelle. L’esposizione solare, inoltre, è spesso messa in relazione con i carcinomi cutanei (squamocellulare e basocellulare) e con le cheratosi attiniche, oggi considerate tumori in situ (localizzati) della pelle. Circa 80% dell’esposizione solare nel corso della vita, la realizziamo nei primi due decenni, complice la maggiore attività sportiva o ludica praticata all’aperto. I bambini passano più tempo al sole, giocando sulla spiaggia o in acqua, e proprio per questo motivo è ancora più importante mettere in atto una serie di accorgimenti per proteggerli, anche perché la loro pelle è più esposta agli effetti dannosi dei raggi ultravioletti”. Lo dice in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Luca Stingeni, professore ordinario all’Università di Perugia e direttore della Struttura complessa di clinica dermatologica dell’Azienda ospedaliera di Perugia.
”Un’adeguata protezione prevede una serie di accorgimenti per limitare gli effetti nocivi dei raggi ultravioletti, in particolare degli Uva, che penetrano più a fondo nell’epidermide, e degli Uvb, che intaccano gli strati più superficiali della pelle aggiunge Le principali raccomandazioni sono cercare di tenere i piccoli all’ombra, evitare l’esposizione nelle ore centrali della giornata, utilizzare indumenti, cappelli, occhiali da sole nonché creme con schermi solari. Sui prodotti solari è indicato l’Spf, cioè il fattore di protezione verso gli Uvb, responsabili soprattutto di eritemi e scottature. Ma anche la protezione Uva deve essere adeguata, in quanto insieme con gli Uvb concorrono ad aumentare il rischio tumori cutanei, oltre a essere i principali responsabili di invecchiamento precoce della pelle”.