venerdì, Aprile 19, 2024

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Riforma catasto, Ue: “In Italia valori antiquati e troppe tasse sul lavoro”

(Adnkronos) – In Italia il cuneo fiscale sul lavoro “a tutti i livelli di reddito” rimane “molto elevato”, se paragonato ad altri Stati Ue. “Nello stesso tempo, altre fonti di ricavo, meno dannose alla crescita, sono sottoutilizzate, cosa che lascia spazio alla riduzione della tassazione sul lavoro in modo neutro per il bilancio. I valori catastali che servono da base per calcolare l’imposta sul patrimonio sono largamente antiquati”. Lo sottolinea la Commissione Europea, nelle raccomandazioni specifiche per l’Italia.  

Il “numero” e “l’ampiezza” delle agevolazioni fiscali, anche per l’Iva, sono “alti”, quindi secondo la Commissione occorrerebbe agire per “ottimizzarle”. Infine, malgrado il gettito “relativamente elevato” delle tasse sull’energia, il modo in cui sono strutturate “non promuove a sufficienza la transizione a tecnologie più pulite, a causa anche dell’uso estensivo di sussidi dannosi all’ambiente”. 

Nel medio-lungo termine, in Italia “un sistema tributario più favorevole alla crescita e più efficiente contribuirebbe a ridurre l’elevato debito pubblico, aiuterebbe la crescita della produttività e sosterrebbe la creazione di occupazione, in particolare per le donne”. 

“Finisce la pandemia e la Commissione europea torna a riproporre la sua ‘raccomandazione’ all’Italia di aggiornare il catasto per aumentare le tasse sulla casa. E’ sconcertante, e il fatto che qualcuno già parli di ‘assist’ nei confronti di Palazzo Chigi è significativo”. E’ quanto afferma in una nota Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. “Non va dimenticato, infatti, che la relazione del ministero dell’Economia che accompagna la delega fiscale – sottolinea Spaziani Testa – ammette espressamente che l’articolo sul catasto è ‘coerente’ con la richiesta della Ue di aumentare l’imposizione sugli immobili attraverso l’intervento sul catasto”.  

“A questo punto – attacca il vertice di Confedilizia – l’accordo fra centrodestra e presidente del Consiglio, peraltro ancora non formalizzato, non può più lasciare tranquilli. Se nella maggioranza c’è una parte che vuole davvero difendere il risparmio delle famiglie italiane e opporsi a ricette economiche distruttive, pretenda che la riforma fiscale, peraltro non legata al Pnrr e comunque dai pericolosi contorni di una delega in bianco al Governo, non giunga in porto. Ne guadagnerà il Paese intero. Per difendere i risparmi degli italiani l’unica strada è bloccare la riforma”.  

 

 

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