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Nomadi digitali: chi sono e come fanno a permettersi di girare il mondo?

Hua Hin, Thailandia – 22/10/2021 – Cosa vuol dire essere nomadi digitali? Oggi, nel 2021 si sente tanto parlare di questa categoria di lavoratori/viaggiatori, ma c’è sicuramente un po’ di confusione quando si tratta di andare a specificare le caratteristiche di questi lavoratori atipici. 

Primo perché sono in molti a definirsi digital nomad anche quando non rientrano propriamente nella categoria e secondo perché chi non “bazzica” questo mondo non ha ben chiaro come funzioni il lavoro digitale e guadagnare tanto da mantenere un buono stile di vita essendo sempre in movimento.  

Insomma, per la stragrande maggioranza delle persone il nomade digitale è un giovane con una rendita di famiglia (affitti, eredità, etc) che, troppo annoiato dalla vita di tutti i giorni, decide di girare il mondo, tra un selfie e l’altro (in un hotel con piscina e un resort sul mare, probabilmente nei dintorni di Bali) dice di lavorare online ma solo per nascondere la realtà, mentre tutto quel che fa con il suo bel computer portatile è gestire un blog, curare i propri social e al massimo saltuariamente fare qualche lavoretto in ambito di digital marketing o come social media manager. 

Ebbene, gli esempi in tal senso non mancano, non nascondiamoci dietro un dito: basta aprire Instagram per scovarli e seguire le loro “avventure”, ma di contro ci sono anche tantissimi veri e propri nomadi digitali che, con molto impegno e tanta intraprendenza, sono riusciti a ritagliarsi la possibilità di lavorare e guadagnare da remoto per poter coltivare la loro passione principale, il viaggio. 

I veri nomadi dell’era digitale sono più rari da scovare, ma in questi anni (soprattutto in un momento storico in cui il lavoro da remoto è stato molto sdoganato causa Covid) stanno davvero crescendo in numero e anche in qualità (nel senso che hanno lavori più stabili e remunerativi), perché sta diventando sempre più fattibile avere un impiego fisso senza vivere sempre nella stessa città o nello stesso paese. 

Tra questi ci sono i ragazzi di 2backpack, una coppia di italiani che da più di 4 anni gira il mondo, ma sempre lavorando. Michelangelo è socio di un’azienda forlivese che si occupa di mobilità internazionale per l’apprendimento ed Elisa è invece libera professionista, scrive contenuti per siti web e social aziendali (un mestiere che in gergo si chiama copy). Oltre a questi lavori “fissi” hanno anche messo in piedi e curato nel tempo diversi siti web e blog che aggiungono entrate economiche supplementari oltre ai loro lavori primari. 

Ma cosa significa, quindi, essere un nomade digitale? La vita di queste persone è tutt’altro che piratesca, anzi è spesso figlia di una fortissima organizzazione e di un impegno notevole a renderla possibile. Lavorare da remoto già richiede maggiori energie: infatti quando non c’è contatto diretto con i clienti e i datori di lavoro ci si sente spesso di dover compiacere ogni richiesta e di concedere grande disponibilità, questo perché si deve battere una concorrenza che si presenterà personalmente e quindi ci si sente spinti a lavorare meglio degli altri e dimostrare costantemente il proprio valore. 

Allo stesso tempo si deve organizzare tappa dopo tappa il proprio itinerario, selezionando gli alloggi dal miglior rapporto qualità prezzo e con un internet potente, pianificando voli e treni, procurandosi ogni volta la documentazione necessaria per passare da un paese all’altro o estendere i propri visti, cosa non sempre semplicissima. 

Quel che resta è la parte bella: quel senso di libertà che contraddistingue la vita quotidiana dei digital nomad, l’eccitazione di quando ogni giorno – dopo il lavoro – si esce da quella che si è momentaneamente battezzato come “casa” per esplorare un posto completamente nuovo. 

Anche grazie alla pandemia nell’ultimo anno sono davvero tanti gli italiani che hanno deciso di mettersi in viaggio e provare a costruirsi una carriera da nomade digitale. Alcuni sono giovanissimi, altri professionisti affermati molti sono coppie o addirittura famiglie con figli piccoli. Spesso si occupano di traduzioni, alcuni tengono lezioni online di lingue o corsi in video (ad esempio di yoga), tanti altri come loro sono esperti di web content e web marketing o provano a far spiccare il volo al proprio blog o canale YouTube.  

Insomma, i nomadi digitali che si guadagnano da vivere quotidianamente e girano il mondo esistono e per fare questa “bella vita” si impegnano anima e corpo. Oggi è possibile guardare queste persone, giovani o meno giovani, con occhi diversi: lavorare e girare il mondo allo stesso tempo è possibile e per farlo non è necessario essere ricchi ereditieri. Spesso basta un bel po’ di forza di volontà. 

Per informazioni:
 

Michelangelo & Elisa, nomadi digitali dal 2017, si occupano di marketing digitale per aziende italiane. 

Contatti: michelangelo.pasini@gmail.com
 

 

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