Commemorazione a Milano per i trent’anni dalla scomparsa di Franco Petronio. L’evento, nella Sala Gonfalone del Palazzo Pirelli, ha visto la partecipazione del capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti, dell’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia Romano La Russa, dei parlamentari Alfredo Mantica e Massimo Massano e il saluto del capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia Christian Garavaglia.
Protagonista del Movimento Sociale Italiano sin dal Dopoguerra, Petronio, nato a Trieste ma vissuto politicamente a Milano, “era uno dei leader missini più amati e anche più geniali”, come lo ricorda il Secolo d’Italia. Giornalista (sul Secolo d’Italia, sul Popolo Italiano e su l’Italiano, prestigiosa rivista cofondata con Romualdi), fu presidente del Fuan, l’organizzazione universitaria del Msi, vice segretario nazionale della Giovane Italia, consigliere comunale a Trieste, Roma e Milano, deputato dal 1972 alla Camera e dal 1979 all’europarlamento. Fu sempre legatissimo a Pino Romualdi, del quale condivise le idee e le lotte. Uomo di cultura eccezionale, amò l’anticonformismo di Cèline, l’analisi economica di Pareto, e considerava un punto di arrivo la creazione di Alleanza Nazionale, la realizzazione di un sogno. Morì a 62 anni, il 12 luglio 1994, a Torino, dopo aver combattuto per anni con una grave malattia.
Petronio “era un uomo moderno, le sue intuizioni sono attuali oggi come ieri e come lo saranno domani, non era legato a futili nostalgismi. Ma che sia ben chiaro: non dimenticò mai le sue origini di giovane missino, anche se ci raccomandava sempre di evitare inutili ostentazioni nostalgiche”, scrive Massano ricordandone la “vera dimensione”, che “non è stata solo quella di essere una meta culturale per tanti giovani, ma soprattutto quella di essere un interprete della grande transizione tra il reducismo e i grandi scenari della destra europea e mondiale”.