martedì, Aprile 16, 2024

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L’inflazione riporta al 1984 ma il problema oggi sono gli stipendi

(Adnkronos) – Si torna al 1984. E’ l’anno che sceglie George Orwel per il suo capolavoro distopico, l’anno in cui Apple lancia il suo primo Macintosh e l’anno della morte di Enrico Berlinguer. L’amarcord può finire qui, perché il ritorno al passato avviene per un primato difficile da gestire, la corsa dell’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo sfiora il 12%, all’11,9%, oggi come allora.  

L’Istat spiega perché si è arrivati a questo punto. Sono per lo più i beni energetici a spiegare “la straordinaria accelerazione dell’inflazione di ottobre 2022”, con i prezzi dei beni alimentari che continuano ad accelerare, in un quadro di tensioni inflazionistiche che attraversano quasi tutti i comparti merceologici; frenano solo i Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.  

I numeri record aiutano a descrivere un contesto del tutto eccezionale. È necessario risalire a giugno 1983 (quando registrarono una variazione tendenziale del +13,0%) per trovare una crescita dei prezzi del ‘carrello della spesa’, su base annua, superiore a quella di ottobre 2022 e a marzo 1984 per un tendenziale dell’indice generale pari a +11,9%. 

C’è un altro dato, sempre fornito dall’Istat, che combinato con quello dell’inflazione contribuisce a spiegare perché l’aumento dei prezzi stia pensando molto di più oggi che nel 1984. Nella media dei primi nove mesi dell’anno il divario tra la dinamica dei prezzi e quella delle retribuzioni contrattuali è pari a 6,6 punti percentuali. Vuol dire che i prezzi crescono a una velocità record e che, allo stesso tempo, gli stipendi crescono poco o nulla.  

Quando si dice che non si vuole innescare una spirale prezzi-salari, ovvero un aumento degli stipendi che segue quello dell’inflazione, si ricorre a un teorema caro all’ortodossia economica. Ma che ci sia un problema evidente di salari troppo bassi in rapporto ai prezzi è altrettanto chiaro. Anche ricordando quello che successe, sempre nel 1984. Con il decreto di San Valentino, il governo Craxi decise un taglio di 3 punti percentuali alla scala mobile, confermato dal no al referendum abrogativo. Il meccanismo automatico di adeguamento dei salari ai prezzi sarà definitivamente abolito nel 1992.  

Se nel 1984 il problema erano i salari ritenuti troppo alti, oggi è la Bce a sostenere che il problema principale sono i salari e il mercato del lavoro. Una differenza sostanziale da tenere presente anche quando si parla di inflazione. (di Fabio Insenga) 

 

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