Mentre i vertici Rai si difendono e provano a chiudere le polemiche sulle scelte di palinsesto per le elezioni francesi, la Lega decide di alzare il tiro, mettendo nero su bianco i propri distinguo, anche all’interno della maggioranza, sulla gestione della tv pubblica. Prima l’annuncio di un’interrogazione per fare chiarezza sull’amministrazione economica della direzione Approfondimento, guidata da Paolo Corsini, vicino a Fratelli d’Italia; poi una nota per attaccare nuovamente quest’ultimo, insieme alla direttrice dell’Offerta informativa, Monica Maggioni, per le scelte di copertura sul voto d’Oltralpe, con la difesa, nel contempo, dell’amministratore delegato Roberto Sergio.
Una presa di posizione netta, forse inaspettata, che pare abbia provocato forti malumori anche a Viale Mazzini. Non era certo un mistero che la Lega volesse marcare il proprio territorio in vista del rinnovo dei vertici, ma che decidesse di passare all’attacco in queste modalità non era scontato.
L’interrogazione in commissione di Vigilanza fa riferimento a “preoccupazioni e richieste di chiarimenti riguardo alla gestione dei costi sostenuti dalla Direzione Approfondimento” e chiede di “sapere quali sono le somme complessive spese negli ultimi cinque anni”. In Commissione c’è chi fa notare che la direzione non ha in realtà ancora compiuto cinque anni e che il riferimento ai costi potrebbe essere all’alto numero di prime utilizzazioni, come le partite Iva. Sembra, però, che la Lega non abbia gradito alcune scelte sui palinsesti, operate da Corsini e dal direttore del Day Time, Angelo Mellone, anche lui in quota Fdi, e abbia deciso di partire al contrattacco. Quale che sia il casus belli, appare evidente a molti chi si tratta di schermaglie in vista della fase finale delle trattative per il rinnovo del cda. Sembra, infatti, che la prossima settimana possa avvenire l’incontro decisivo tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, insieme ad Antonio Tajani. La premier, nonostante le voci di qualche tentennamento sulla scelta di Giampaolo Rossi come prossimo amministratore delegato, dovrebbe confermare lo schema previsto, con la presidenza assegnata a Simona Agnes, sponsorizzata da Forza Italia. La Lega si sente sottorappresentata e pretende alcune contropartite, come ad esempio il direttore generale, ma gli alleati non sembrano dello stesso avviso. Se si dovesse raggiungere un accordo si potrebbe procedere anche prima della pausa estiva, altrimenti verrà rimandato tutto alla ripresa dell’attività parlamentare.
Intanto l’opposizione attacca. “La Rai è fuori controllo scrivono i membri del Pd della Vigilanza . Al governo tutti contro tutti, a TeleMeloni tutti contro la dignità dei giornalisti e contro il servizio pubblico. Uno sfascio a cui pare nessuno riesce a porre argini”. I dem continuano a chiedere le dimissioni del direttore di Rainews Paolo Petrecca per la gestione del caso Francia, del quale si parlerà la prossima settimana in Vigilanza. Ieri l’Ad Roberto Sergio aveva mandato un report alla presidente Barbara Floridia per affermare che le accuse e le ricostruzioni di stampa erano false e che c’era stata un’ampia copertura dell’evento. “L’attenzione e l’impegno con i quali i giornalisti Rai hanno seguito le elezioni francesi della scorsa settimana scrive oggi l’Ad in una nota congiunta con Rossi sono la dimostrazione di quanto il Servizio Pubblico sia fedele al suo compito di informare il pubblico, al di là di inutili quanto pretestuose polemiche”.
Nel frattempo l’Usigrai fa sapere che il Tribunale del lavoro di Roma ha riconosciuto che il 6 maggio, nel giorno dello sciopero dei giornalisti, sono stati messi in atto comportamenti antisindacali da parte della Rai. In alcune edizioni dei tg in onda su Rainews non è infatti stato letto il comunicato sindacale e l’azienda dovrà ora porre riparo. La Rai precisa, però, che “ricostruzione del sindacato è parziale” e che “al contrario, pienamente legittimo è stato ritenuto il comportamento del Tg1”.
ANSA