La riforma delle intercettazioni decisa dal governo riguarda vari provvedimenti, alcuni approvati e altri con un iter parlamentare ancora in corso.
Ecco le misure principali, tra quelle già in vigore e quelle in arrivo:
STOP ALLA PROROGA ILLIMITATA: una proposta di legge prevede il divieto delle intercettazioni oltre la durata di 45 giorni. Il testo riscrive l’articolo 267 del codice di procedura penale, secondo cui attualmente le intercettazioni sono invece prorogabili illimitatamente dal Gip su richiesta del pm. Sono esclusi dal nuovo provvedimento i reati di criminalità organizzata e terrorismo o casi particolari. Il documento, a firma del senatore Zanettin, è stato approvato dalla commissione giustizia del Senato e anche se non ancora calendarizzato entro l’anno approderà in Aula.
TUTELA DEL TERZO ESTRANEO: Non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento.
Secondo il ‘disegno di legge Nordio’ approvato definitivamente dalle Camere. Inoltre, nella richiesta di misura cautelare del Pm e nell’ordinanza del giudice, non dovranno essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l’esposizione degli elementi rilevanti. Il giudice dovrà quindi stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi dalle parti, laddove non essenziali.
NO AL CONTROLLO DELLE COMUNICAZIONI TRA INDAGATO E DIFENSORE: Sono vietati il sequestro e ogni forma di controllo delle comunicazioni “comunque riconoscibili come intercorrenti tra l’indagato e il proprio difensore, salvo che l’autorità giudiziaria abbia fondato motivo di ritenere che si tratti di corpo del reato”. È quanto prevede un emendamento al ‘disegno di legge Nordio’ approvato dalle Camere, che modifica l’articolo 103 del codice di procedura penale. La misura era precedentemente contenuta nella proposta di legge del senatore Zanettin, poi grazie ad un emendamento è entrata a far parte del ddl approvato.
STRETTA SU CHAT E SEQUESTRI DEI TELEFONINI: A decidere per il sequestro del telefonino e altri dispositivi digitali dovrà essere il giudice per le indagini preliminari e non più il pubblico ministero, così come per l’acquisizione dei contenuti, da cui saranno esclusi i messaggi e comunicazioni ritenuti dal Gip non rilevanti penalmente. È quanto prevede un altro disegno di legge a firma Zanettin che è al momento ancora al vaglio della commissione Giustizia alla Camera. Secondo il provvedimento, per sequestrare uno smartphone non basterà più il decreto del pm ma occorrerà il via libera del Gip (salvo casi urgenti), ma anche le chat, comunicazioni e carteggi mail dovranno essere messi al vaglio del giudice, il quale dovrà applicare la stessa disciplina sulle intercettazioni (agli articoli 266 e 267 del codice penale) stabilendone i limiti di ammissibilità. Andranno quindi selezionate solo le conversazioni penalmente rilevanti e quelle che non lo sono finiranno in un’archivio segreto della Procura.
NUOVA DISCIPLINA SUI TROJAN: la proposta per una disciplina organica sui trojan (i malware utilizzati per captare le conversazioni telefoniche) è stata annunciata dal deputato Costa, il quale ritiene il virus informatico “accostato impropriamente alle intercettazioni ambientali”. Si punta ad introdurre l’emendamento nel provvedimento sulle modalità di sequestro di smartphone
ANSA