Giusto chiedere attenzione della Nato al fronte Sud, una posizione da tempo avanzata dall’Italia pronta a rivendicare un proprio candidato come inviato speciale. Ecco come gli analisti leggono i risultati del vertice Nato dove è stato inoltre ribadito il sostegno all’Ucraina. “Il vertice è andato molto bene: una Nato sostanzialmente coesa, al di là della singole posizioni ha assunto una posizione molto chiara e netta nei confronti del supporto all’Ucraina, supporto prima di tutto politico e solo successivamente economico e militare. Il governo italiano ne esce in maniera molto positiva e il presidente del consiglio ha riaffermato, al di là di ogni possibilità di interpretazione, la linea atlantica e di supporto all’Ucraina che il nostro Paese ha da sempre”, commenta all’Adnkronos Andrea Margelletti, presidente del Centro studi internazionali (CeSi) aggiungendo che “l’Italia ha dimostrato ancora una volta la sua coerenza e serietà”.
Riguardo all’attenzione posta dal nostro Paese sul fianco Sud, secondo Margelletti “è bene ricordare le parole di alcune settimane fa del ministro Crosetto quando sottolineava che la sfida all’Occidente non è solo in Ucraina ma anche soprattutto in Africa, dove sia Russia che Cina hanno una particolare aggressività soprattutto dal punto di vista del tessere accordi per prendere risorse naturali fondamentali per lo sviluppo tecnologico dell’Occidente”. “Credo che la candidatura italiana verso il Sud sottolinea il presidente del Cesi riferendosi alla possibile candidatura italiana per un inviato speciale al fianco Sud cammini sulle gambe delle idee di Crosetto che aveva detto di non guardare solo a Est come rischi ma anche al Sud”. Un indirizzo giusto secondo Margelletti perché “il nostro Paese, che è immerso nel Mediterraneo, ha il dovere di guardare ai rischi e alle opportunità che arrivano da ogni parte”.
Per il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e attuale presidente della Fondazione Icsa, “sarebbe da rubricare come un indubbio successo l’istituzione di una posizione significativa all’interno dell’organigramma dell’alleanza dedicata in maniera specifica al fronte Sud, all’Africa in buona sostanza. Dopo almeno 30 anni di sistematici e perentori appelli, con l’Italia in prima fila, a far convergere l’attenzione della Nato verso il suo fianco Sud, quello più debole e scoperto, e dopo aver incassato anni fa solo un misero nucleo di intelligence a Napoli grazie al timore del terrorismo, sembra che ora il seme gettato sia destinato a germogliare e a crescere in concomitanza al magmatico proliferare di un neocolonialismo minaccioso per tutti”.
“Bene ha fatto Meloni a reclamare con evidente determinazione e lucidità una attenzione meno sterile alla questione Africa, ponendo così le premesse per accompagnare con l’auspicabile cornice di sicurezza il suo Piano Mattei altrimenti destinato a fallire sottolinea il generale Tricarico Nessuna iniziativa di alcun tipo è oggi possibile nel continente africano senza assicurare alla stessa uno scenario libero da turbative che in questi ultimi tempi si stanno moltiplicando grazie soprattutto a Putin”.
Il generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando operativo interforze, ricorda che “l’Italia è sempre stata molto concentrata sul fronte Sud, quello sul quale siamo più esposti, mentre l’attenzione della Nato è concentrata essenzialmente sul fronte Est. Da parecchi governi l’Italia spinge sulla necessità di avere l’attenzione della Nato verso il fronte Sud, ancora non si è capito se questa attenzione verrà data e in quali termini”. “E’ una scelta certamente razionale e giustificata continua il generale Bertolini Non dimentichiamo che il fronte Sud è stato reso delicato dalla situazione in Libia perché con i rapporti che l’Italia aveva con la Libia di Gheddafi avevamo chi controllasse le provenienze dal Sahel”. Quanto al supporto all’Ucraina ribadito nel vertice Nato e all’impegno in aiuti anche con il sistema Samp-T, il generale Bertolini sottolinea: “E’ una risorsa limitata e un sacrificio non indifferente che ci viene chiesto, ma è chiaro che si tratta di un sistema importante”.