Flop sondaggi, gli italiani non bocciano i colleghi d’Oltralpe

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Anche se l’esito delle urne ha parzialmente smentito i sondaggi degli Istituti demoscopici francesi, i sondaggisti italiani non bocciano i loro colleghi d’Oltralpe, sottolineando la difficoltà a fare rilevazioni attendibili con il sistema elettorale in uso in Francia, e con la novità delle desistenze tra il Front Populair e Ensemble.
    Ipsos France venerdì, per esempio, prevedeva per il RN di Le Pen una forchetta tra i 175 e i 205 seggi “comunque lontanissimi dalla maggioranza”, osserva Lorenzo Pregliasco di Youtrend mentre il dato reale ha fatto segnare solo 148 seggi.
    I numeri previsti per la destra sono invece stati quelli ottenuti nelle urne dalla sinistra del Front Populair, con il centro macroniano di Ensemble davanti al Rn.
    Nei collegi, osserva Pregliasco, “c’erano tante conformazioni diverse nei ballottaggi: quelli tra sinistra e Rn, tra Ensamble e Rn, quelli tra Republicain e Rn e altri ancora diversi”. Il problema era proiettare sui singoli collegi le indicazioni di voto e i flussi dichiarati rispetto al primo turno, perché ogni collegio ha sue logiche” anche con la qualità dei singoli candidati, che in Francia ha grande peso. “C’è stata una sovrastima di 1-2 punti a livello nazionale del Rn, che ha avuto effetti rilevanti in circa 50 collegi”. Alcuni collegi sono stati persi da Rn per pochi punti. Con 1 o 2 punti in più per il Rn l’esito sarebbe stato diverso”.
    Anche il professor Lorenzo De Sio, direttore del Cise-Luiss sottolinea i medesimi elementi. “Q uello che i sondaggi possono fare è prevedere le percentuali di voto a livello nazionale; quando il sistema ha una forte componente uninominale, come quello francese e quello inglese, diventa difficile prevedere l’esito dei singoli collegi”. Il doppio turno e la desistenza costituiscono una ulteriore complicazione: “Riuscire a prevedere l’esito dei singoli collegi implica una capacità di fare interviste che richiederebbe dei budget molto superiori a quelli attuali. Perfino nelle elezioni presidenziali Usa non si fanno sondaggi in tutti gli Stati, eppure lì i budget sono più importanti che da noi”. L’aspetto del costi viene sottolineato anche da Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi: la metodologia corretta avrebbe richiesto un sondaggio in ciascuno dei collegi dove si votava: ma questo sarebbe costato milioni”. Inevitabilmente si opta per i soli collegi in bilico, ma questa volta non sono stati significativi a causa della desistenza, che non ha precedenti e “su cui non c’è letteratura statistica” su cui, tra le altre cose, si basano i sondaggi. 
   

ANSA