(Adnkronos) “L’industria marittima solo in Italia conta ad oggi 1.260 navi, circa 42mila gli impiegati solo nel mare, che diventano oltre 70mila se si considera tutto l’indotto portuale. Il settore marittimo è tuttavia una industria poco considerata, perché immobile e silenziosa: più o meno in mare transitano il 60% delle importazioni verso l’Italia, il 51% delle esportazioni con circa 480mila tonnellate di merci movimentate. In più siamo i leader europei per quello che riguarda il traghettamento di passeggeri e merci intese come rotabili”. Lo ha detto Achille Onorato, ad del gruppo Moby, alla Notte delle Elezioni 2024 organizzata da Adnkronos.
“Gli armatori sono storicamente stati molto sensibili al green anche se poi quello delle navi è uno dei settori che poi in realtà inquina di meno e da quest’anno siamo soggetti al pagamento dei cosiddetti Ets dettati dall’Europa che solo per quest’anno e per l’Italia si aggirano sui 3 miliardi di euro circa avverte un peso per i bilanci delle società armatoriali molto importante. Soprattutto il peso fondamentale di questi Ets riguarderà i traghetti che trasportano sia merci che passeggeri verso le isole del bacino Mediterraneo e le navi che trasportano mezzi rotabili. L’Italia è il primo paese europeo per traghetti e negli ultimi anni si sono sviluppate le autostrade del mare, navi che collegano porti continentali togliendo traffico dalle strade con un sensibile abbattimento dell’inquinamento e dell’incidentalità, togliendo dalle strade, 4, 5 km di file di camion”.
“Eppure già da quest’anno le tariffe andranno ad aumentare del 30, 40% e si andranno a raddoppiare nei prossimi anni. Si rischia da un lato la perdita di competitività del comparto e dall’altro un maggiore inquinamento spiega Onorato perché la strada tornerà ad essere competitiva. Le grosse navi che transitano da est e da ovest del mondo hanno come centro di passaggio il Mar Mediterraneo: negli ultimi anni si è vista una costante crescita dei traffici contenitori. Una nave porta container oggi andrebbe a pagare circa 800 milioni di euro di tasse Ets. Succede quindi che i traffici si stanno spostando verso i porti del Nord Africa”.