Più di 40 persone, sei in ognuna delle sette sezioni allestite per le elezioni europee, intrappolate per quattro ore in una scuola a Roma, a lavoro ormai finito, per colpa del sistema informatico in tilt. Costrette a non allontanarsi dai seggi fin quando non sarebbe stato possibile inserire i dati nella rete informatica che ha ‘sequestrato’, come in una ragnatela, scrutatori e personale a spoglio ormai effettuato.
E’ successo nella Capitale, in occasione delle Europee appena concluse. “Io personalmente ho chiuso i verbali all’1.40, ma ci sono persone nelle sezioni che hanno chiuso anche un’ora prima e che fino alle 4, e solo per le nostre legittime proteste, sono state costrette all’interno dei seggi, in balia di un sistema informatico che non ha funzionato immobilizzando noi e le preferenze”, racconta all’Adnkronos Francesca De Falco, presidente di uno dei seggi allestiti all’Istituto comprensivo di via Bruno De Finetti, a Fonte Laurentina.
“Al momento di recarci dai rappresentanti del sindaco per comunicare tutti i dati ci hanno bloccato, dicendo che il sistema non funzionava e che avremmo dovuto aspettare finché non ripartiva spiega All’inizio siamo stati abbastanza tranquilli, pensavamo fosse un’interruzione momentanea. In realtà le ore hanno iniziato passare e abbiamo chiesto che ci venisse dato un tempo massimo entro il quale poter sciogliere il seggio e andare via, anche perché i nostri doveri da presidente di seggio erano terminati. Siamo arrivati alle 4 del mattino senza poter fare niente, senza poterci nemmeno allontanare”.
“Abbiamo chiesto di parlare con la cabina di regia, che in un primo momento ha comunicato che addirittura non si riusciva a rintracciare il dirigente preposto dal comune di Roma. C’è stato detto che dovevamo portare pazienza perché il sistema era stato sperimentato per la prima volta. Ci siamo quindi rivolti alle forze dell’ordine presenti nella scuola affinché contattassero il commissariato in modo da sollecitare la questura, la prefettura ad intervenire. Abbiamo chiesto di poter fare una denuncia per sequestro di persona, ma ci hanno risposto che non la potevano prendere e che dovevamo chiamare il 112, il quale però ci ha rimpallato alla Polizia locale che non ha risposto al telefono”, aggiunge.
“Il nostro piano, fosse andata avanti ancora questa situazione, sarebbe stato quello di fingere dei malori e chiamare le ambulanze. A quel punto continua la presidente di seggio una volta in ospedale, qualcuno la denuncia avrebbe dovuto per forza prenderla. Non solo. Siamo venuti a sapere anche che alcuni avevano comunque mandato gli scrutatori alla Fiera di Roma per consegnare le buste ma che sono stati bloccati anche lì, tassisti compresi. Tutti bloccati all’interno. Alla fine, probabilmente perché come noi molti altri seggi si erano mossi, alle 4 c’è stato detto che potevamo andare via e lasciare i dati comunicati, che ci avrebbero pensato loro. Un’epopea indimenticabile, alla quale non escludiamo di far seguire una denuncia”. (di Silvia Mancinelli)