“Certi toni violenti della sinistra rischiano di armare le mani di deboli di mente: è successo negli Usa, era capitato anche in Italia contro Berlusconi, mi auguro non ricapiti più”. Lo scrive sui suoi social il vicepremier Matteo Salvini, che pubblica il video della sua intervista al Tg1 sull’attentato a Donald Trump. “Spero spiega nell’intervista che questo serva a qualcuno che semina parole di odio, contro le destre, i fascisti, i razzisti, contro Trump, Bolsonaro, Fico o altri esponenti”.
“Ci possono essere idee diverse anche in Italia ha spiegato in collegamento con il Tg1 sulle riforme, sul premierato, sull’Autonomia, sull’immigrazione o sulla giustizia. Certi toni violenti da parte di certa sinistra rischiano poi di armare le mani di deboli di mente. Contiamo che la solidarietà, che spero sia unanime, trovi poi riscontro non solo politico, ma anche umano e sociale nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Spero che anche i toni dei cosiddetti democratici vengano condotti a normalità nelle prossime settimane”. “La politica ha aggiunto dovrebbe capire qual è il limite oltre il quale non spingersi. Questo non solo in Pennsylvania, questo anche in Europa. Pensiamo ai toni contro alcuni esponenti di centrodestra e di destra delle ultime elezioni europee. Pensiamo all’Italia, alle polemiche folli, rabbiose, ai toni, ma molto più in piccolo ai toni di certa sinistra ancora oggi a un anno di distanza dalla morte, contro Silvio Berlusconi per l’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa”. In un post sui suoi social, il leader della Lega cita la frase di Trump: “Non mi arrenderò mai!”. E aggiunge: “nemmeno noi. Violenti, fanatici e sinistra non fermeranno mai noi e le nostre idee di libertà!”.
“Quando ho visto le immagini di Trump dopo l’attentato, con il sangue in faccia e il braccio alzato, ho pensato subito all’ aggressione subita da Berlusconi quando venne colpito dalla statuetta del Duomo al viso”. A raccontarlo all’ANSA è il presidente del Senato Ignazio La Russa. Lui infatti alle 18,20 del 13 dicembre 2009 era lì, a Piazza Duomo a Milano, accanto al premier e, ricorda: “mi misi a correre dietro l’aggressore per acchiapparlo ma non ci riuscii”. Il leader di FI però alzò il braccio “con la mano aperta, per tranquillizzare la gente”, mentre Trump “ha alzato il pugno, ma la scena era davvero molto simile”, osserva.
ANSA